Facebook e siti porno come motivi di licenziamento| Studio Legale Menichetti

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Il lavoratore su Facebook aveva anche denigrato l’azienda

Il Tribunale di Milano, sezione lavoro, con ordinanza 1 agosto 2014 a firma dott.ssa Chiara Colosimo, ha considerato sorretto di giusta causa il licenziamento del lavoratore che, in orario di lavoro ed usando il computer aziendale, aveva frequentato siti porno e postato su Facebook una sua foto assieme a dei colleghi con la scritta “così si lavora in un’azienda di m.”, giudicata denigratoria nei confronti della datrice di lavoro.

Il giudice del lavoro ha considerato ognuno dei due comportamenti sufficienti a giustificare il licenziamento per giusta causa, anche in assenza di precedente espressa proibizione aziendale, previsione nel codice disciplinare e affissione dello stesso. I comportamento in questione costituiscono infatti violazione del comportamento minimo etico cui è tenuto il dipendente nei confronti del datore di lavoro.

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