Il contratto di espansione si estende alle imprese con almeno 100 dipendenti| Studio Legale Menichetti

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Il decreto “Sostegni” bis apporta importanti novità al contratto di espansione, ampliando, per il 2021, la platea delle aziende beneficiarie a quelle che occupano almeno 100 dipendenti.

Il contratto in questione è un ammortizzatore sociale - introdotto dall’art. 26 quater del decreto “Crescita” (D.L. 34/2019, convertito con modificazioni in L. 58/2019), che l’ha inserito all’art. 41 del D. Lgs 148/2015, al contempo eliminando il contratto di solidarietà espansivo (istituto poco utilizzato sin dalle sue origini, con L. 863/1984) – che consente a talune imprese di gestire, tramite anche l’intervento straordinario d’integrazione salariale (CIGS), complessi processi di ristrutturazione e riorganizzazione (anche in alternativa a licenziamenti collettivi, quando verrà meno il blocco dei licenziamenti per ragioni oggettive), che prevedano una strutturale modifica dei processi aziendali indirizzati al progresso e allo sviluppo tecnologico dell’attività, con conseguente esigenza di modificare le competenze professionali in organico, mediante un loro più razionale impiego e, in ogni caso, l’acquisizione di nuove professionalità, e con la possibilità d’esodo anticipato per i lavoratori che si trovano a non più di 5 anni dalla maturazione dei requisiti pensionistici.

Con l’abbassamento della soglia occupazionale minima per accedere al contratto di espansione le PMI, per fronteggiare la delicata fase post emergenza da Covid-19, potranno, quindi, accompagnare i lavoratori (ovviamente, interessati al programma di esodo) alla pensione, accedendo alla misura del prepensionamento quinquennale, nonché attivare programmi di riqualificazione professionale, ricorrendo alla CIGS. (EP-AZ)

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