Rappresentanza: accordo confederali-confindustria| Studio Legale Menichetti

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Confindustria e sindacati confederali hanno sottoscritto un Testo Unico sulla Rappresentanza, che, come recita il loro comunicato congiunto, “costituisce un vero e proprio testo unico in tema di rappresentanza sindacale composto da quattro parti che regolano: la misurazione della rappresentanza sindacale a livello nazionale e aziendale; la titolarità ed efficacia della contrattazione collettiva nazionale ed aziendale; le modalità volte a garantire l’effettiva applicazione degli accordi sottoscritti nel rispetto delle regole concordate. Misurare la rappresentatività degli attori e garantire la piena attuazione degli accordi raggiunti determinano maggiore chiarezza e trasparenza nelle relazioni industriali contribuendo a migliorare il quadro di riferimento per tutti coloro che vogliono investire nel nostro Paese”.

L’indice di rappresentatività delle OO.SS. verrà determinato dal Cnel prendendo in considerazione una media tra il numero delle iscrizioni certificate ed i voti ottenuti nelle elezioni svoltisi nelle aziende; solo i sindacati con indice superiore al 5% potranno stipulare accordi collettivi, che, una volta approvati e ratificati dal voto dei lavoratori, si applicheranno a tutti.

Sono state  previste, per i soggetti che non rispettano gli accordi, sanzioni pecuniarie o comportanti la temporanea sospensione di diritti sindacali di fonte contrattuale.

Finalmente risolto il problema della rappresentanza sindacale? Non ancora, perché il predetto accordo non vincola in alcun modo i sindacati non confederali e, incidendo su norme di carattere  costituzionale (art. 39 Cost., ma anche art. 40 Cost.), dovrebbe essere approvato dal Legislatore e non solo dalle parti sociali.

Senza contare che la Fiom si è già dissociata dalla Cgil

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